INNESTO DELLA VITE
ANALISI PRELIMINARI
Con il sovrainnesto cambiamo le esigenze produttive dell’azienda senza estirpare il vigneto.
I vantaggi sono notevoli, i principali sono il rapido raggiungimento della piena produzione, la quale fin da subito con i valori analitici di piante adulte in quanto sfrutta l’apparato radicale già insediato nel terreno, e il mantenimento della struttura di sostegno (ne evitiamo l’estirpo e il reimpianto)
INNESTO A 15 MESI
Prima di innestare, il viticoltore deve verificare i punti critici del vigneto e analizzare le scelte che lo hanno portato a pensare al sovrainnesto. Questo perché non sempre l’innesto è l’operazione più vantaggiosa per il viticoltore.
Ecco alcuni esempi in cui l’innesto potrebbe non dare i vantaggi sperati, il viticoltore poi farà un analisi più approfondita:
- Portainnesto non corretto per il terreno vitato
Idro-morfismo/siccità: poco vigore in condizioni di elevata luminosità espongono l’uva all’insolazione diretta snaturandone la qualità - Piante malate
Alcuni virus hanno come sintomatologia l’aborto fiorale, innestando un vigneto con portainnesto virosato normalmente continueremo a non produrre uva. Legno Riccio, Legno Nero e Flavescenza, Virosi, Batteriosi abbassano o annullano la percentuale di attecchimento - Obbiettivo enologico
Non sempre lo stesso portainnesto da elevata qualità su varietà diverse - Sesti di impianto
Sesti di impianto stretti che per alcune varietà sono corrette, per altre si traducono in una riduzione o annullamento della produzione
- Tecnica colturale adottate nella gestione del vigneto
Diserbo sottofila/spollonante chimico riducono la percentuale di attecchimento - Condizioni del terreno
Idro-morfismo deve essere eliminato perché limita lo sviluppo dell’apparato radicale. Una pianta con un apparato radicale non efficiente risponde molto più lentamente all’innesto - Esposizione del vigneto
L’esposizione del vigneto ha un ruolo fondamentale al raggiungimento del massimo obbiettivo enologico - Personale in carico all’azienda
Il personale in carico o a disposizione dell’azienda deve essere sufficiente alla manutenzione degli innesti. Eseguendo le operazioni agronomiche in ritardo si riduce la percentuale di successo
Alcune di queste condizioni riducono il successo dell’innesto altre invece il solo obbiettivo enologico.
TECNICHE D'INNESTO
INNESTO A SPACCO
L’innesto a spacco, eseguito alla ripresa vegetativa, prevede la capitozzatura del fusto e l’apertura dello stesso nel senso delle fibre del legno. In questa fenditura si inseriscono marze della nuova varietà. Questa tecnica è invasiva per il tessuto conduttore della pianta in quanto lo spacco rimane aperto diversi anni prima che si chiuda, inoltre è uno spacco verticale che entra dentro il fusto della pianta e può raccogliere acqua ed umidità creando le condizioni ideali all’installarsi di funghi degenerativi del legno.
Anticamente veniva eseguito sul portainnesto in quanto il portainnesto non ha le fibre del legno contorte e le marze si adattano perfettamente su tutta la loro superficie al portainnesto. Inoltre coprendo l’innesto con la terra si riusciva a mantenere il corretto grado di umidità necessario alla formazione del callo e saldatura dell’innesto.
INNESTO A GEMMA
Le tecniche d’innesto sono due:
• INNESTO CHIP-BUD
Il Chip-Bud viene eseguito nello stesso periodo dell’innesto a spacco, alla ripresa vegetativa. Proprio perché eseguito in questo periodo in cui il tessuto conduttore lavora a pieno regime è necessario fare molta attenzione a regolare i flussi di linfa in salita evitando quello che in gergo si dice annegamento dell’innesto.
Questa tecnica da all’innesto, fin dal primo anno, una buona resistenza meccanica alle sollecitazioni in quanto la gemma viene incastrata nel fusto. Quando il fusto da innestare ha una sezione medio/grande ed è poco poligonale è preferibile innestare a T-Bud.
• INNESTO T-BUD
L’epoca di intervento del T-Bud è alla fioritura della vite, in questo periodo il cambio cribro-legnoso lavora alla formazione di xilema e floema e quest’ultimo si stacca facilmente dal legno. Nella pratica con un incisione a T fino al legno, creeremo una tasca ed in questa tasca inseriremo la gemma della nuova varietà.
L’epoca di intervento del T-Bud è alla fioritura della vite, in questo periodo il cambio cribro-legnoso lavora alla formazione di xilema e floema e quest’ultimo si stacca facilmente dal legno. Nella pratica con un incisione a T fino al legno, creeremo una tasca ed in questa tasca inseriremo la gemma della nuova varietà. Questa è una tecnica più semplice rispetto al Chip-Bud, tuttavia deve essere eseguita correttamente per dare elevate percentuali di attecchimento. Che si innesti con la prima tecnica a fine aprile o con la seconda a metà giugno non ci saranno differenze di sviluppo dei germogli a fine stagione. La scelta della tecnica di innesto viene decisa dall’innestino ed entrambe le tecniche hanno un elevata percentuale di attecchimento.
INNESTO ERBACEO
L’innesto a spacco sul germoglio, era una tecnica largamente usata in epoca fascista (video)
Prevede l’inserimento di una marza preparata per il taglio a spacco sul germoglio sviluppato l’anno dell’innesto.
L’epoca di intervento è fine maggio e comunque non oltre la maturazione del germoglio.Il germoglio viene capitozzato, spaccato longitudinalmente in prossimità di una foglia e in questa fenditura inserita la marza. Quest’innesto offre un elevata resistenza meccanica.
RACCOLTA DELLE MARZE
Il numero delle gemme da raccogliere sarà sempre il doppio delle necessarie. La loro selezione, nel momento dell’innesto, è molto rigorosa e lo scarto può essere elevato. Così se si eseguirà l’innesto singolo le gemme raccolte saranno il doppio delle piante da innestare, mentre se si deciderà per l’innesto doppio si raccoglieranno 4 gemme per ogni ceppo da innestare.
MATERIALE GENETICO
Un altro fattore fondamentale per la riuscita dell’innesto è la raccolta e conservazione del legno. Il legno deve essere prelevato da piante non ancora potate, raccolto in fascine da 100 tralci, avendo cura di mantenere la stessa polarità, e messo in camera frigorifera a 4°C nel più breve tempo possibile. Per evitare la disidratazione le fascine dovranno essere avvolte in carta di giornale o TNT, umidificate e chiuse dentro sacchi di PVC. Se si prelevano le marze da appezzamenti aziendali è necessario avere la certezza che detto materiale sia sano eviteremo così la diffusione di malattie o di dover rimandare l’innesto perché il materiale non è idoneo. Il controllo e la selezione delle piante dalle quali si preleverà il legno è bene farlo durante la stagione vegetativa antecedente l’innesto, quando la selezione visiva è facilitata nella valutazione dello sviluppo vegeto-produttivo. Tutte le piante non idonee dovranno essere segnate con del nastro e si consiglia di non raccogliere il legno nemmeno dalle piante limitrofe a quelle segnalate anche se apparentemente sane. Quando il vigneto donatore ha un elevato numero di piante infette è opportuno non raccogliere il materiale da moltiplicare. Non raccogliere tralci ne da piante stentate, anche se sane ne da ceppi vigorosi. Il diametro corretto delle marze è 8 mm. Se invece interverremo su piante molto esili è preferibile un diametro inferiore
Elichettare tutto il materiale prima di riporlo in camera frigorifera